“Il sindaco di Palermo è venuto fuori con le sue dichiarazioni solo in un secondo momento rispetto a noi, e lo ha fatto causando molto clamore”, afferma il primo cittadino Mario Cicero
di Anna Studiale
Era il 29 novembre quando a Castelbuono (Pa) si riuniva il Consiglio Comunale in cui, tramite una proposta avanzata dal consigliere, capogruppo di maggioranza, Andrea Prestianni, veniva sollecitata la sua presa di posizione riguardo al decreto legge del 4 ottobre 2018, n.113 in materia di protezione internazionale, immigrazione e sicurezza pubblica, oggi comunemente conosciuto come “Decreto Salvini” (dal nome del ministro dell’Interno attuale, Matteo Salvini, suo principale artefice) o “decreto sicurezza”. Il giudizio che fu espresso in seno a quella seduta fu nettamente negativo. Nei fatti si trattò di una presa di posizione pubblicamente resa chiara ancora prima che lo stesso decreto venisse firmato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un passaggio importante soprattutto perché fatto di gran lunga prima che sindaci di grandi città quali Leoluca Orlando (Palermo) e Luigi De Magistris (Napoli) muovessero una vera e propria campagna di “dissidenza” nei riguardi del decreto e del ministro Salvini, dichiarando di voler sospendere la sua applicazione all’interno del loro territorio ed ergendosi a strenui difensori della sua non compatibilità con quelli che sono i più grandi diritti umanitari di cui dovrebbero godere delle persone, quali sono la maggioranza dei migranti che approdano nelle nostre coste, che fuggono da condizioni di guerra, disastri e assenza di governi democratici.
Una cordata oggi intessuta da fitte trame mediatiche e che, forse, ha molto più peso di quella che è stata una pacifica nonché costruttiva presa di posizione di un piccolo centro delle Madonie, in cui vivono poco più di nove mila abitanti ma che, in questo caso, è stato un “pioniere” nella denuncia delle forti restrizioni e limiti di una legge che, cercando di porre un ordine alla turbolenta tematica dei flussi migratori ne ha posto forti restrizioni che non tengono conto dei diritti più elementari legati alla persona umana.
Ma, forse, tutto ciò non è un caso: oggi Castelbuono accoglie delle comunità alloggio che ospitano degli immigrati minorenni che, una volta raggiunta la maggiore età e dovendo abbandonare le strutture di accoglienza hanno trovato lavoro nello stesso paese riuscendosi ad inserire all’interno del suo tessuto sociale. Molto numerosa, inoltre, la presenza romena, pienamente integrata con interi nuclei familiari stabilmente residenti. Fattori che bastano a far chiarezza sulla sensibilità dell’Amministrazione castelbuonese in materia d’immigrazione.
“Ci è sembrato un atto politico necessario nei confronti di un provvedimento che provocherà attraverso lo smantellamento del sistema Sprar e la cancellazione della protezione umanitaria l’aumento del numero di persone in condizioni di marginalità e clandestinità nelle città e nei territori. Oggi anche studi dell’ISPI sui dati del ministero dell’Interno confermano quelle previsioni”, afferma così il consigliere Prestianni precisando anche che “la nostra è una comunità che accoglie e negli anni abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare i ragazzi che vivono con noi, frequentano le nostre scuole, sono parte attiva nelle realtà imprenditoriali, culturali, sociali e sportive castelbuonesi, e mi riterrò soddisfatto se questo atto consentirà la permanenza anche soltanto di uno di quei ragazzi, ex titolare di protezione umanitaria che, secondo quanto previsto dalla legge, al compimento dei diciotto anni non avrà diritto all’iscrizione anagrafica”.
Diversi sono i punti in cui si articola il decreto sicurezza: l’abolizione della protezione umanitaria, l’estensione del trattenimento nei “Cpr” (Centri di permanenza per il rimpatrio), il trattenimento negli hotspot e ai valichi di frontiera, più fondi per i rimpatri, una lista dei Paesi sicuri, la restrizione del sistema di accoglienza, la revoca della cittadinanza esclusione dal registro anagrafico dei richiedenti asilo. Quest’ultimo è il punto su cui ci soffermiamo nei suoi specifici dettagli poiché è quello che ha fatto sollevare la protesta dei “primi cittadini” e quello a cui, nello specifico, fa riferimento il consigliere Prestianni. L’articolo 13 del decreto, infatti, prevede che i richiedenti asilo non si possano iscrivere all’Anagrafe e non possano quindi accedere alla residenza.
Dopo l’attacco del sindaco di Palermo e del sindaco di Napoli che hanno annunciato di non voler applicare la legge, perché “è un testo inumano che viola i diritti umani”, molti altri sindaci hanno detto che boicotteranno la norma.
Il sindaco di Palermo, in particolare, con una nota inviata al capoarea dei servizi al cittadino, ha chiesto d’indagare i profili giuridici anagrafici derivanti dall’applicazione del Decreto sicurezza e di sospendere qualsiasi procedura “che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alla procedura di iscrizione della residenza anagrafica”.
E il sindaco di Castelbuono Mario Cicero cosa pensa a tal proposito? “Il Comune di Castelbuono non ha nessuna intenzione di trasgredire quella che è una legge, il nostro vuole essere una richiesta al Presidente della Repubblica ed alle due Camere di rivedere quel decreto perché ad oggi ha gli aspetti di una legge a nostro avviso inumana. Tuttavia non possiamo chiedere ai nostri uffici di non applicare le diverse norme presenti nel decreto in quanto le leggi dello Stato si applicano. Il sindaco di Palermo è venuto fuori con le sue dichiarazioni solo in un secondo momento rispetto a noi, e lo ha fatto causando molto clamore, cosa normale in quanto sindaco di una grande città e credo che lo abbia fatto anche per riempire le pagine dei giornali. A lui si stanno unendo altri sindaci ma io non ne condivido le loro impostazioni e le pesanti polemiche che hanno innescato col ministro dell’Interno affermando che non bisogna attuare la legge”. In questo caso, secondo Cicero “quello che noi possiamo fare è portare avanti una campagna politica, cosa che sta facendo l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che ha incontrato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal quale ha ricevuto il suo impegno per apportare delle modifiche ad alcuni punti del “decreto Salvini”. Sappiamo, inoltre, che è compito del ministro dell’Interno di garantire la sicurezza dei cittadini italiani e non solo di far varare leggi contro gli immigrati e credo che questa sia una sua operazione volta a distrarre i cittadini da quelli che sono i veri problemi del nostro Paese”, conclude il sindaco di Castelbuono.
Ci ricorda, inoltre, di alcune accuse che il responsabile enti locali della Lega in Sicilia (ex Grillino), Igor Gelarda, ha mosso nei confronti dell’Amministrazione qualche giorno dopo la presa di posizione del Consiglio Comunale ma di questo la politica si nutre.
Oggi ancora tante persone continuano a perdere la vita nel Mediterraneo. Questa è la notizia che non bisogna leggere per ultimo. Da qui bisogna ripartire.
Foto di copertina: Mario Cicero con Leoluca Orlando (foto di Pasquale Ponente) A seguire il video in cui il sindaco Cicero risponde a Igor Gelarda
Certo che elogiare Orlando che a telekabul ha dato del mafioso a Falcone e ha causato anche il suicidio di un maresciallo CC che indagava con Falcone…….
La redazione ricorda e ha pubblicato in merito questo breve intervento pochi giorni fa
http://www.lavocedellisola.it/2019/01/orlando-contro-salvini/